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A breve il blog sarà trasferito su www.appuntidiunpellegrino.it

sabato 29 ottobre 2011

domenica 16 ottobre 2011

È un giorno di tristezza

Condivido il comunicato dei giovani di Azione Cattolica sulla giornata di sabato 15 ottobre, riguardo la manifestazione degli "indignati" a Roma
Per leggerlo klicca qui: È un giorno di tristezza

venerdì 14 ottobre 2011

Don Chisciotte, l'illuso che aveva ragione

Intorno a me non lo vedevo e non lo conoscevo il verbo amare. Avevo appena letto il Don Chisciotte intero e mi ero confermato. Dulcinea era latte cagliato nel cervello del cavaliere eroico. Non era dama e si chiamava Aldonza. Ho saputo poi che per i lettori è un libro divertente. Lo prendevo alla lettera e mi faceva piangere di rabbia la batosta che doveva subire a ogni capitolo.
I suoi cinquant'anni arditi e rinsecchiti erano per me a quel tempo l'età di cornicione per chi rasenta l'abisso del sonnambulo. Temevo per Chisciotte da un capitolo all'altro. Giusto la mia malizia di lettore mi rassicurava: il libro conteneva pagine davanti a centinaia, non poteva morire nelle prime. Mi faceva lacrime di rabbia lo scrittore che ammaccava di colpi la sua creatura. E dopo le bastonate, le sconfitte, a maggior penitenza gli spalancava gli occhi, lo squarcio di un momento, per fargli vedere la realtà miserabile com'era. E invece aveva ragione lui, Chisciotte, secondo i miei dieci anni: niente era come sembrava. L'evidenza era un errore, c'era dovunque un doppio fondo e un'ombra. (E. De Luca, I pesci non chiudono gli occhi, Feltrinelli)
Direbbe un altro grande autore a me caro: l'essenziale è invisibile agli occhi. E allora qualche volta vale la pena aprire il cuore, rinunciare all'ovvio e lasciare spazio all'improbabile e all'inatteso.

martedì 11 ottobre 2011

49 anni fa, il Concilio Vaticano II






La Madre Chiesa si rallegra perché, per un dono speciale della Divina Provvidenza, è ormai sorto il giorno tanto desiderato nel quale qui, presso il sepolcro di san Pietro, auspice la Vergine Madre di Dio, di cui oggi si celebra con gioia la dignità materna, inizia solennemente il Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il Concilio che inizia sorge nella Chiesa come un giorno fulgente di luce splendidissima. È appena l’aurora: ma come già toccano soavemente i nostri animi i primi raggi del sole sorgente! Tutto qui spira santità, suscita esultanza. Contempliamo infatti stelle aumentare con il loro chiarore la maestà di questo tempio, e siete voi, secondo la testimonianza dell’Apostolo Giovanni ; e per voi risplendere i candelabri d’oro intorno al sepolcro del Principe degli Apostoli, che sono le Chiese a voi affidate. Vediamo anche le degnissime personalità che sono convenute a Roma dai cinque continenti, in rappresentanza delle proprie Nazioni, e che sono qui presenti con grande rispetto e in cortesissima attesa.
Si può dunque dire che i Santi e gli uomini cooperano nella celebrazione del concilio: i Santi del Cielo sono impegnati a proteggere i nostri lavori; i fedeli ad elevare a Dio ardenti preghiere; e voi tutti, assecondando prontamente le soprannaturali ispirazioni dello Spirito Santo, ad applicarvi attivamente perché le vostre fatiche rispondano pienamente alle attese e alle necessità dei diversi popoli. Perché ciò si avveri, si richiedono da voi la serena pace degli animi, la concordia fraterna, la moderazione delle iniziative, la correttezza delle discussioni, la saggezza in tutte le decisioni.Che il vostro impegno e il vostro lavoro, ai quali sono rivolti non solo gli occhi dei popoli, ma anche le speranze del mondo intero, corrispondano largamente alle attese.Dio Onnipotente, in te riponiamo tutta la fiducia, diffidando delle nostre forze. Guarda benigno a questi Pastori della tua Chiesa. La luce della tua grazia suprema Ci assista nel prendere le decisioni, sia presente nell’emanare leggi; ed esaudisci prontamente le preghiere che rivolgiamo a te in unanimità di Fede, di voce, di animo.
(Discorso all'apertura del Concilio Vaticano II di Giovanni XXIII)

lunedì 10 ottobre 2011

L'incrocio principale della mia città

Nei pressi della mia casa c'è un incrocio di strade. La Statale Adriatica, che unisce tutta la costa orientale dell'Italia e la Statale Salaria, l'antica via del Sale, che congiungeva Roma alle rive dell'Adriatico. Quando ero bambino era l'incrocio simbolo di Porto d'Ascoli, forse il primo nucleo attorno a cui si è sviluppato l'intero centro abitato. Gli uffici dell'anagrafe, i vigili urbani e i giardinetti, l'alimentari e due bar (quando al bar si andava a comprare le sigarette e a giocare a carte o a bigliardo, oppure a telefonare). Oggi continuo a passare per quelle strade. Anzi il semaforo mi obbliga anche a fermarmi a pensare. Due angoli di quell'incrocio sono occupati da locali in cui si gioca d'azzardo "legalmente". Un altro angolo è dominato da un "compro oro", altra "legalizzazione" inquietante. Il terzo angolo è in vendita. E mi domando cosa altro potranno ospitare quegli 85 metri quadrati vuoti. Macchinette mangiasoldi, "compro oro" e vuoto stanno all'incrocio principale della mia città, luogo in cui passa la vita di tanti. Se questi sono i segni dei tempi, mi domando: che tempi?

giovedì 6 ottobre 2011

Ero scoraggiato, e sono stato consolato!


Davanti ad alcune questioni che sembrano insolubili, e a causa di situazioni che sembrano non cambiare mai, e prostrato dall'apparente indifferenza altrui, ho ceduto alla tentazione di dire: "Basta! Tanto non serve a nulla! Non ne vale proprio la pena! Le cose non cambieranno mai!". Anche se qualche giorno prima, commentando una pagina di Vangelo avevo detto che non bisogna mai ragionare così. Sono caduto nella trappola della tentazione. Nel peccato della sfiducia, della rassegnazione, e forse anche della superbia, ritenendomi migliore degli altri.
Poi questa Parola del Signore, nella liturgia quotidiana:
Duri sono i vostri discorsi contro di me - dice il Signore - e voi andate dicendo: "Che cosa abbiamo detto contro di te?". Avete affermato: "È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall'aver osservato i suoi comandamenti o dall'aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti". Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno - dice il Signore degli eserciti - la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. (Malachia 3,13-17)
E mentre i meteorologi annunciavano l'arrivo del freddo e scendeva la sera, il mio cuore si è scaldato alla luce della tua tenerezza, o Signore. Grazie! E senza attendere domani, già ora, mi rimetto in cammino con entusiasmo. A servizio tuo. Grazie!

mercoledì 5 ottobre 2011

Incontri

Ho la sensazione che tutto dipenda dall'incontro tra persone. Non sono necessarie molte competenze, ma l'autenticità. Non grandi mezzi, ma la benevolenza accogliente. Non tante parole, ma la verità.
E se vogliamo davvero seminare ovunque il Vangelo dobbiamo cominciare a parlare la lingua degli uomini e delle donne di oggi, a vestire i loro panni e ad abitare i loro luoghi. Perché Gesù ha fatto così! Non per altro.
Ho la sensazione che stiamo perdendo l'occasione per riscaldare il cuore del nostro prossimo, con i nostri giudizi, le nostre manie, le nostre tradizioni vuote.
La rassegnazione non è evangelica! La presunzione neppure! Continuiamo a camminare insieme, un po' peccatori e un po' ignoranti. Fiduciosi nel solo Amico che tutti ci può guarire e consolare. :)