AVVISO Iai NAVIGANTI

A breve il blog sarà trasferito su www.appuntidiunpellegrino.it

venerdì 29 giugno 2012

Memorie di un pellegrino

Quattro anni fa iniziavo il mio pellegrinaggio verso Santiago de Compostella. E la mia vita è cambiata. Come cambia ogni volta che i sogni di un pellegrino vengono raccolti dalla Misericordia e baciati dalla Grazia di un Padre benedicente e fantasioso. Come cambia quando si incrociano i passi con compagni straordinari, per i quali non finirò mai di rendere grazie.

Articolo di Dino Pirri, pubblicato dalla rivista "Rogate Ergo", giugno-luglio 2012, p.42-44

Da tanti anni andavo desiderando di percorrere le strade del Cammino di Santiago de Compostela. Sempre rimandando tutto, anno dopo anno. Avevo letto tante guide ed esplorato numerosi siti web. Avevo incontrato alcuni amici che avevano vissuto quel pellegrinaggio.
Poi nel 2007 la decisione. Il permesso del Vescovo per allontanarmi per un mese dalla parrocchia, la condivisione del mio progetto con i parrocchiani, la ricerca di chi avesse supplito alla mia assenza. Poi l’organizzazione del viaggio, lo studio delle tappe, la ricerca dell’attrezzatura più adatta.

mercoledì 27 giugno 2012

CINGUETTATELO sui tetti: Dio sceglie la normalità e la compagnia dei "lontani"

Mc 1,9 Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.
Arriva uno a realizzare i tuoi desideri: Moamed povero che viene da Douz in Tunisia. Così suonava questo annuncio: chi è questo sconosciuto?
Mc 1,10 E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba.
Comincia la missione sconosciuto e in silenzio, con origini poco qualificanti, in mezzo ai peccatori: il volto nuovo di Dio e la sua logica
Mc 1,11 E venne una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
Non lo conosciamo bene ma siamo certi. Quel tale Gesù è il volto d’Amore di Dio. Sceglie la marginalità e l’indegnità x rivelarsi al mondo

La scelta di Dio in Gesù Cristo mi suggerisce che nessuno è più "lontano" da Lui. Mi insegna che la risposta che cerco è qui, nel quotidiano

martedì 26 giugno 2012

Ne traboccavano e nessuno lo sapeva


45 anni fa terminava la sua missione sulla terra don Lorenzo Milani. Mi piace ricordarlo con queste sue parole:

...Eppure io non splendo di santità. E neanche sono un prete simpatico. Ho anzi tutto quello che occorre per allontanare la gente. Anche nel fare scuola sono pignolo, intollerante, spietato. Non ho retto i giovano con doni speciali di attrazione. Sono stato solo furbo.Ho saputo toccare il tasto che ha fatto scattare i loro più intimi doni.Io le ricchezze non le avevo. Erano loro che ne traboccavano e nessuno lo sapeva.
(tratto da Esperienze pastorali)

domenica 24 giugno 2012

Destra Sinistra Centro

I profeti, come don Prim0 Mazzolari, hanno una voce viva e capace di descrivere la realtà e indicare strade possibili, anche a distanza di anni. Questa parole sono state scritte anche per noi nel 1949.


Direte che non c’è un alto in politica e che, se mai, vale quanto la destra, la sinistra, il centro. Nominalismo mistico in luogo di un nominalismo politico: elemento di confusione non di soluzione.
E’ vero che una nuova strada non cambia nulla se l’uomo non si muove con qualche cosa di nuovo, e che un paese può andare verso qualsiasi punto cardinale .e rimanere qual è. Ma se gli italiani fossero d’accordo su questo fatto, la fiducia, della tonomastica parlamentare sarebbe felicemente superata.
Fa comodo ai neghittosi credersi arrivati per il solo fatto li muoversi da destra invece che da sinistra. Saper la strada o aver imbroccato la strada giusta non vuoi dire camminarla bene o aver raggiunto la mèta.
Il fariseismo rivive in tanti modi e temo che questo sia uno dei più attuali.
La giustizia è a sinistra, la libertà al centro, la ragione a destra. E nessuno chiede più niente a se stesso e incolpa gli altri di tutto ciò che manca, attribuendosi la paternità di ogni cosa buona.
Non dico che siano sbagliate le strade che partono da destra da sinistra o dal centro: dico solo che non conducono, perché sono state cancellate come strade e scambiate per punti d’arrivo e di possesso.
La sinistra è la giustizia - la destra è la ragione - il .centro libertà. E siamo così sicuri delle nostre equazioni, che nessuno s’accorge che c’è gente che scrive con la sinistra e mangia con la destra: che in piazza fa il sinistro e in affari si comporta come un destro: che l’egoismo di sinistra è altrettanto lurido di quello di centro, per cui, destra, sinistra e centro possono divenire tre maniere di «fregare» allo stesso modo il Paese, la Giustizia, la libertà, la Pace.
L’alto cosa sarebbe allora?
Una destra pulita, una sinistra pulita, un centro pulito, in virtù di uno sforzo di elevazione e di purificazione personale che non ha nulla a vedere con la tessera.
Come ieri per la salvezza non contava il circonciso né l’incirconciso, così oggi non conta l’uomo di destra né l’uomo di sinistra, ma solo la nuova creatura: la quale lentamente e faticosamente sale una strada segnata dalle impronte di Colui, che arri­vato in alto, si è lasciato inchiodare sulla Croce a braccia spalancate per dar la sua mano forata a tutti gli uomini e costruire il vero arco della Pace.

PRIMO MAZZOLARI

(Tratto da ADESSO, quindicinale di don Primo Mazzolari, anno 1° n. 3 martedì 15 febbraio 1949)

martedì 19 giugno 2012

"Cinguettatelo" sui tetti

Su Twitter è possibile inviare messaggi di massimo 140 caratteri (praticamente un sms). Allora propongo il vangelo di Marco, secondo questa modalità. 140 caratteri di vangelo e 140 caratteri di commento. E ogni tanto sul blog ne renderò ragione.  
Mc1,1 Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio
Una bella notizia, annuncio di vittoria, novità che riguarda un tale Gesù. TI INTERESSA? È il Cristo, Figlio di Dio. Che significa?
Mc1,2 Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.

SEI FELICE? Cosa desideri? Cosa ti manca? Quale domanda nel cuore? Entra nella storia colui che è ogni risposta, gioia piena, felicità vera.
Mc1,3 Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri
Nel DESERTO della storia il grido di una VOCE. Nel rumore oggi tendi l’orecchio del cuore. Non devi imparare qualcosa ma CAMMINARE con gioia
Mc1,4 Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Non è mito né teoria né dottrina: è STORIA. Giovanni è il simbolo della possibilità di realizzazione di ogni attesa e di ogni sogno, ORA!
Mc1,5 Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare... confessando i loro peccati
La felicità mi raggiunge dentro la mia storia, la pienezza dentro la mia fame, la gioia dentro la mia angoscia: DEVO DECIDERMI e ANDARE!
Mc1,6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico
Il Battista, testimone, icona vivente, che col vestire strano e il menù discutibile, mi spinge a considerare che devo guardare oltre...
Mc1,7 E proclamava: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali”
Non sono io la risposta. C’è Uno più forte di me. Non il giudice o il maestro. Non il migliore. Voce indegna di Colui che viene. Da soli mai!
Mc1,8 “Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”
Accontentarsi non è evangelico. Noi siamo chiamati alla perfezione e alla pienezza, cioè alla santità. Non è nostro sforzo, ma dono di Gesù

La domanda è: Che cosa desidero? Cosa mi manca? Cos'è la felicità vera? Dio esiste? E da che parte sta? Questo tale Gesù è la risposta? 

domenica 17 giugno 2012

Il Paradiso sottoterra

La morte di Chiara sembrerebbe la conclusione di una favola iniziata male e finita peggio. Una mezza sconfitta. Un'atroce rinuncia. 
Verrebbe da dire che Gesù sta proprio fuori! Cioè, all'opposto. Mai banale e mai comodo. Sempre sorprendente e paradossale. 
Mi rendo conto che non c'entra nulla con tante nostre prediche. Lunghe senza dire nulla. O quasi. Lontano da come viene dipinto nelle immaginette, lui e i suoi amici santi. Diverso da come lo immagino. 
Ad esempio quando comincia a parlarci del Regno di Dio. Voi come ve lo immaginereste il regno di Dio? Su in alto nei cieli. Anzi, nel più alto dei cieli. E con tutti gli angeli che cantano o suonano. O quanto meno tanta luce e tanto colore. Provate a immaginare tutto ciò che riguarda Dio. Che immagine usereste? Anche agnostici e non credenti: come ve lo immaginereste il Regno di Dio?
Gesù comincia a descriverlo. Lui l'ha visto. Viene da lì. Non può mentire. Nelle nostre liturgie usiamo l'oro e le pietre preziose per abbozzarne splendore e bellezza. Lui parte dalla realtà sconvolgente: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno». 
Gesù parte dalla terra. Anzi da sottoterra. Dove viene gettato il seme. La realtà di Dio, cioè il suo Regno - o qualcuno direbbe: la nostra felicità - è come un seme gettato nel freddo buio della terra. Ma non basta: è come «il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno».
Chi descriverebbe ciò che annuncia in maniera così squalificante e poco attraente? Forse chi tiene più alla verità che all'apparenza. Sicuramente non chi vende merci e promette illusioni, ma chi si è abbassato fino a sottoterra per donarsi totalmente.
Così scopro che il cuore di Dio, il suo Regno, la mia felicità è una realtà vicina e non irraggiungibile. Inizialmente piccola e nascosta. Apparentemente poco rilevante e quotidianamente presente. Addirittura sembrerebbe assente. Insomma il contrario di tutto quello che avrei immaginato.
Perché l'Amore ti sorprende ma ti lascia libero. Ti attrae ma non ti obbliga. E mentre dormi o vegli, di notte o di giorno, germoglia e cresce, e diviene spiga piena, cibo vero, bellezza insperata. Come la morte di Chiara. Cioè, come la sua vita.
Quel seme nascosto al buio puzzava di muffa e di sporco come i poveri. E ora è un giardino fiorito. 
Ne avevamo decretato la morte. Invece è la nostra vera casa. 

domenica 10 giugno 2012

L'Eucaristia, le zanzare e le mosche

Tre cose mi spaventano: la solitudine, il giudizio altrui, il sacrificio. So che fanno parte della vita e non si possono eliminare. Ma le considero come le zanzare nella notte o le mosche nei pranzi estivi. Ci sono, ma non vorrei mai.
Nella domenica in cui si celebrava la festa del Corpo e Sangue di Gesù, mi sono lasciato provocare da queste tre esperienza "spaventose" della mia quotidianità. Davanti all'eucaristia, che, lontana dalla vita, rischia di rimanere relegata a rito e chiusa nel buio del tabernacolo.
L'Eucaristia è esperienza della PRESENZA di Dio nella mia vita, attraverso la carne, il sangue, il sudore, le lacrime, la storia di Gesù di Nazareth, Risorto, che cammina con me. Non mi abbandona mai. Mi accompagna con le sue parole e i suoi silenzi. Mi dona l'incontro con tanti fratelli e sorelle. E ha ragione chi mi ha detto che ho una "vita sociale" più intensa della sua. 
L'Eucaristia è esperienza di MISERICORDIA, perché dono sempre immeritato eppure offerto. Non corrisponde a nessuna logica umana: "Non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma tu di' soltanto una parola e io sarò salvato". E accade ogni volta. Per questo Gesù sceglie i peggiori e gli inetti, e ne fa coraggiosi testimoni e annunciatori appassionati del vangelo.
L'Eucaristia è esperienza di GRATUITÀ, perché raggiunge tutti e ovunque. Anzi, sfida continuamente la mia distrazione, la mia superficialità, la noia, l'abitudine. E rivela il volto di un Dio che non pretende sacrifici, ma dona se stesso fino alla fine. Che non mi dice cosa debba fare, ma di cosa abbia bisogno.
Oggi l'Eucaristia ha attraversato le strade delle nostre città e dei nostri paesi. Almeno per una domenica è uscita fuori dalle nostre liturgie fino a raggiungere ogni solitudine, ogni indegnità, ogni desiderio. 
Oggi la mia vita è raggiunta dalla Presenza di Gesù, che mi spinge a farmi prossimo dei poveri e di chi è solo; dalla Misericordia del Padre che mi insegna ad accogliere e perdonare; dalla Gratuità con cui soffia lo Spirito, che mi rivela che la felicità consiste nel fare della mia vita un dono. 

giovedì 7 giugno 2012

Londra brucia! E non solo

Cominciano a diventare una piacevole sorpresa gli sms della notte. Mi hai scritto:


Certi giorni mi torna in mente una canzone che fa "e come un uomo cerca Dio, e non lo trova e più impazzisce...". Io lo cerco tanto in questi giorni, non proprio lui ma qualcosa di simile, una qualche speranza di eternità. Qui è tutto così precario... Da giorni mi sveglio sempre allo stesso modo, con un vuoto e una mancanza che non so riempire, con un futuro di nuovo rimesso in discussione, che ora è solo un quadro buio. Per questo ti dicevo che una certezza come la tua è grande e impagabile. Sei davvero fortunato.


Londra brucia dei Negramaro, è la canzone a cui ti riferisci? Come brucia ogni cuore nel desiderio di sperimentare la pienezza di vita, che è per alcuni speranza, per altri nostalgia, oppure illusione e bestemmia.

martedì 5 giugno 2012

Giuliana, il tuo sorriso vive


Di quegli sms che ti arrivano a notte avanzata, che pensi che qualcuno sia rimasto chiuso fuori casa oppure è qualcuno dell'AC (ci si chiama un po' a tutte le ore). Perché era troppo tardi anche per un sms:
Qualche minuto fa se n'è andata la nostra meravigliosa ed adoratissima Giuliana. Adesso ci proteggerà dall'alto!!!
Ormai a giornata conclusa, dopo una lunga malattia, dopo tanta sofferenza. Comunque, troppo presto. Perché per lei non era mai troppo tardi, per la sua tenerezza e la sua attenzione a tutti; oltre la malattia la grande passione per la vita, oltre la sofferenza la grande fede.
Perché nei giorni della gioia e anche nel tempo della prova, ha saputo conquistarci tutti. A cominciare dai poveri e da coloro che sono soli. Ci ha conquistati tutti.
Perché in ogni occasione ci ha insegnato che davvero le Beatitudini non sono solo un racconto evangelico, ma il fondamento della felicità vera. Possibile per tutti. Nel dono della propria vita e non nell'ossessione di trattenere per sé.
Perché tutto questo ce lo hai donato, come la leggerezza di un ballo, come un caffè rimediato nel turno di notte a Loreto, come un biscotto offerto sul treno verso Lourdes, come una camicia lavata, asciugata e stirata durante la notte. Con la luce degli occhi, come quando raccontavi dei tuoi familiari e dei tuoi amici.
Oggi la fede in Gesù che ti accoglie, non mi impedisce di soffrire il tuo distacco. L'inquietudine di viverlo da lontano.
E per non essere riuscito ad abbracciarti anche solo una sola volta, mi dichiaro sconfitto. Perché troppo spesso sono altrove e con l'ansia di dover fare tutto. Rischiando di perdere il baricentro dell'esistenza e il profumo della ferialità.
Oggi, mi fermo. E mi godo il tuo sorriso, che insieme a te, vive.

domenica 3 giugno 2012

La Santa Trinità in un sms!

Era notte da diverse ore e su twitter ci si scambiava spunti per l'omelia domenicale. Un po' per gioco e un po' sul serio, perché è complicata la domenica della festa della Trinità. Tra me, don Tommaso e Giulia. E come se non bastasse avevo anche da mettere a punto la relazione per l'indomani sulla formazione alla liturgia. Poi mi sono ricordato del tuo sms.
"Pensavo a come dev'essere amare qualcuno che c'è sempre, con la certezza costante di essere sempre amato. A prescindere dalla fede, credo debba essere bellissimo. Non avere mai paura della perdita, lo smarrimento e il senso di vuoto che comporta. Sapere che qualcuno, dall'altra parte, ti salverà dal precipizio... Io ti invidio molto, nel migliore dei sensi ovviamente. Solo questo pensiero oggi è riuscito a strapparmi un sorriso. Grazie".

venerdì 1 giugno 2012

Più forte di un terremoto

Nei giorni della mobilitazione e delle polemiche, della distruzione e della tenacia, ho ricevuto questa mail. Inaspettatamente, da Debora. Ho subito sentito la necessità di condividerla qui.
Grazie Don!
Ti scrivo da Ferrara.
Grazie perché ho finito di leggere il libro "Dalla sacrestia a Gerico" proprio in questi giorni... giorni caotici, di smarrimento e grande incertezza...
La confusione è tanta... ma le tue parole mi hanno aiutato a mantenere la bussola orientata verso la grande Speranza che ci viene dalla Resurrezione di nostro Signore e dalla forza del Suo Santo Spirito che mai ci abbandona... perché proprio quando siamo più deboli è allora che più di ogni altro momento siamo portati fra le braccia amorevoli di un Grande Papà e di una Grande Mamma...
Grazie per aver espresso in maniera semplice ma diretta quanto nel mio piccolo vivo. Non sono certo un sacerdote, ma il desiderio di far conoscere ai bambini (sono sposata con Eugenio, ho due figli, lavoro in una scuola materna come segretaria, faccio catechismo) quanto sia forte e potente l'amore di nostro Signore... più forte di un terremoto...è grande ma non facile, spesso la fatica e lo sconforto hanno il sopravvento, ma queste sono le vere sfide che ogni cristiano deve affrontare, insieme a tutto quello che tu hai delicatamente raccontato.
La quotidianità è stata stravolta, ma in fondo lo era già prima del terremoto e nessuno se ne accorgeva ...proprio perché non si ascoltano le grida di chi è "diverso" o non si considera chi è ai margini.... forse il terremoto ha portato un disordine che metterà ordine... ma con il prezzo pagato da vite umane "...come il sale, disposti a perdere se stessi, per dare sapore. Come la luce, che non fa rumore, eppure così necessaria!".... spero di essere un po' di quel tipo di sale, un po' di quel genere di luce.... con tutti i limiti e i difetti che mi appartengono.
Grazie per avermi fatto conoscere un pezzo consistente della tua vita, della tua storia...Nella preghiera ti affido all'abbraccio di Maria, Madre nostra, Madre attenta e premurosa che sempre veglia su di noi.
Debora, moglie e mamma

Ovviamente non è stata la lettura di un libro, ma la grazia del Signore. Eppure mi piace pensare che anche così si possa aiutare qualcuno. Nella condivisione. Perché una società regolata dall'economia, si riduce ad aiutare solo con il denaro. E una civiltà annoiata di tutto, cerca solo nel "fare" la soluzione adeguata ad ogni disastro. Debora mi ricorda che c'è anche la vita di una comunità che cerca di vivere il Vangelo, che sperimenta la consolazione potente del Signore e la gioia incrollabile della fraternità. Felice, di esserne stato il tramite. Grazie, Debora, per averlo voluto condividere. Grazie, Gesù, che nelle vicende umane, non smetti mai di sorridere. Nonostante tutto.