AVVISO Iai NAVIGANTI

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martedì 31 luglio 2012

Senza merito, tutto questo!

Briatico, 24-29 luglio 2012 - Campo nazionale equipe ACR

E poi rimani solo in aeroporto, solo in autostrada, solo in casa. 
Dopo giorni di condivisione con tanti fratelli e sorelle. 
O meglio. Non da solo. In silenzio. 
Con Gesù che continua a sussurrarti all'orecchio i loro nomi.
E ti racconta le loro storie, e ridisegna i loro volti e la loro bellezza.


Da prete vivo sempre la nostalgia di dovermi separare 
senza trattenere mai nessuno a me.
Ma assaporo anche la gratuità, l'intensità, la profondità di ogni incontro. 
Senza fermarmi all'apparenza, ma provando a scendere all'essenziale. 
A salire verso i sogni. A lasciarmi bagnare dalle lacrime.


Senza merito, tutto questo. 
Senza averlo cercato, ogni dono.
Senza doverla comprendere, la Grazia.
In pochi giorni. Così tanto!


Grazie Gesù! 
Accompagna i miei fratelli e le mie sorelle ogni giorno,
perdona la mia incapacità di osare oltre, 
e continua a narrare ai miei silenzi le loro storie, i loro volti, i loro sogni.
Amen.

sabato 28 luglio 2012

CINGUETTATELO sui tetti: Gesù, uno che guarisce

Mc 1,39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
La bella notizia che libera dal male parte dalla Galilea, terra della promiscuità e della lontananza. Dio ci raggiunge là dove e come siamo
Mc 1,40 Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi purificarmi!".
La lebbra è il male che isola. Nella solitudine la preghiera: “Signore, se vuoi...”. Il male è dentro di me, non fuori. Quale lebbra, oggi?
Mc 1,41 Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!". 
Dio non è indifferente alla mia vita. Non è lontano. Gli sto a cuore, è vicino, mi tocca compromettendosi, e con la sua Parola mi libera
Mc 1,42-43 E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito. 
Il segno è compiuto, non per creare popolarità e consenso. Per indicare qualcosa più grande che devo scoprire. Dio ama controcorrente
Mc 1,44 ...e Gesù disse al lebbroso guarito: "Guarda di non dire niente a nessuno... 
Gli studiosi lo chiamano “segreto messianico” Gesù tace la sua identità. Per conoscerlo bisogna seguirlo. Si rivelerà finalmente sulla Croce
Mc 1,45 … Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Gesù compie dei gesti, ma ne prende anche le distanze. La sua identità non è nel fare, ma nella relazione con il Padre.

Questo mi interessa! Ma da cosa voglio essere guarito? Se non ho coscienza della malattia, neppure sperimenterò la salvezza.

lunedì 23 luglio 2012

CINGUETTATELO sui tetti: non dottrina, ma vita



Mc 1.21 Giunsero a Cafarnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 
Questo tale Gesù, che ha scelto la compagnia degli insignificanti e dei peccatori, insegna nella sinagoga. Lascia il segno. Ti interessa?
Mc 1.22 Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 
Un insegnamento nuovo. Il vangelo non è teoria, dottrina, filosofia, ma esperienza di vita. Incontro che dona la vita, quella vera. Vuoi?
Mc 1.23 Ed ecco, nella loro sinagoga  vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 
Il primo che risponde a Gesù nel  vangelo di Marco è un indemoniato. Forse l’unico che si è sentito provocare dalla sua Parola? Come mai?
Mc 1.24 dicendo: "Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!". 
Ho capito che Gesù è il Volto di Dio, per il mondo imprevedibile e nuovo: ma che ha a che fare con me, con la mia vita e i miei sogni?
Mc 1.25 E Gesù gli ordinò severamente: "Taci! Esci da lui!". 
Non si conosce Gesù a parole e con ragionamenti. Bisogna seguirlo nel cammino fino alla Croce. Lì si rivela il volto di Dio. Così Lui salva
Mc 1.26 E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 
Gesù è colui che libera dal male/infelicità che è in noi. Mi domando innanzitutto da quale male/infelicità debba essere liberato. 
Mc 1.27 Tutti furono presi da timore, ...si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? ...Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!".
Gesù non dà immediatamente risposte, ma suscita domande autentiche che aprono strade nuove verso la libertà e la gioia piena.
Mc 1.28 La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Che è mai questo Gesù? Parole nuove che lasciano il segno e sembrano vincere il male/infelicità. Mi interessa! Ti interessa? Seguilo!
Mc 1.29 E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.
Gesù vive l’intimità dell’amicizia. La CASA è il luogo in cui nasce la CHIESA: Simone, Andrea, Giacomo, Giovanni. Non statistiche ma persone
Mc 1.30 La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 
Che grande tenerezza in questo “gli parlarono di lei”. Non solo parlare DI Gesù AI nostri amici, ma anche parlare A Gesù DEI nostri amici
Mc 1.31 Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Essere guariti per servire! Nel servire sta la felicità. Donare se stessi è la via della salvezza. La malattia più grave è l’egoismo
Mc 1.32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 
La prima cosa che ho capito di Gesù: è colui che GUARISCE da ogni male. Sazi e sani non hanno bisogno di lui. Poveri e malati sì! Io, sì!
Mc 1.33 Tutta la città era riunita davanti alla porta. 
Ancora oggi tutti sono attratti da Gesù: mi chiedo se la mia casa, la mia comunità, la mia vita siano una porta aperta verso il mondo
Mc 1.34 Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Perché a chi lo conosce non permette di parlare? Forse non è COSA Gesù fa, ma COME lo fa a doverci interrogare. Qual è la sua logica?
Mc 1.35 Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 
Ancora il DESERTO, luogo del discernimento: COME utilizzare il POTERE di Dio? C’è sempre un A FIN DI BENE che è contro il Vangelo. Attenti!
Mc 1.36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Mc  1.37 Lo trovarono e gli dissero: "Tutti ti cercano!". 
Tutti cercano Gesù! Per convenienza, per comodità, per paura, per ignoranza, per curiosità, per servilismo, per ucciderlo? Tu xché lo segui? 
Mc 1.38 Egli disse loro: "Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". 
Con le guarigioni Gesù non vuole convincere o mostrare potere. Vuole comunicare la bella notizia. Pericoloso confondere i mezzi con i fini!




mercoledì 18 luglio 2012

La Chiesa ferita e il popolo nuovo


L'appuntamento era a Ferrara. La mattina del 13 luglio, con Teresa, Fausto e Riccardo. L'intenzione era quella di visitare alcune comunità colpite dal terremoto dello scorso maggio, perché, a telecamere spente e lontane, si potesse dire che la grande famiglia dell'Azione Cattolica continua a starci. Non solo attraverso l'attenzione e l'operosità della Presidenza Nazionale e di tutte le associazioni diocesane, ma soprattutto con coloro che non si sono fermati in queste terre spezzate dalla sonnolento movimento dei continenti. Coloro che quel giorno abbiamo incontrato oppure non abbiamo potuto incontrare perché impegnati nei Campi, nei Grest, nelle attività di animazione con i ragazzi, attorno ai campanili pericolanti o altrove. Solo questo un bel segno di speranza.
Poi l'incontro con le persone, scandito in "come eravamo prima", "cosa è accaduto durante", "cosa è rimasto dopo", "cosa faremo da qui in avanti".
E il terremoto diventa metafora di vita. Quasi "necessario" a rileggere la propria storia nell'orizzonte della precarietà, ma anche del dover ogni giorno ripartire con coraggio. Delle cose che non ci sono più e della vita che comunque è puntellata dal futuro.
Durante i trasferimenti da un centro all'altro anche qualche telefonata. Con Debora di Ferrara, che mi aveva scritto:
Il terremoto è strano. Tranne qualche eccezione, all'esterno tutto sembra normale e immobile. Come se nulla fosse. Poche le case distrutte. Ma se entri dentro trovi la desolazione. Crepe, pavimenti deformati, stanze riempite di fango, solai crollati.
Ma ancora più strano questo terremoto che ha devastato quasi tutte le chiese.
Entrando nella chiesa di San Michele Arcangelo a Novi, ho sentito una ferita nell’anima. Un po’ per condividere quella di don Ivano, il parroco. Un po’ perché quella chiesa del 1600, all’apparenza intatta ma devastata dentro, mi ha fatto pensare alle ferite della Chiesa di oggi. Quelle provocate dalla cronaca, dalle meschinità e dall’esperienza. Che ti viene la tentazione di dire che vale buttare giù tutto e ricostruire da capo e di nuovo. Che ti metti a ragionare e non sai dove mettere le mani e da che parte incominciare.
Ne avevo l’immagine viva davanti agli occhi. Poi don Ivano infrange quella mia riflessione segreta. Ci invita a scendere tre o quattro scalini per ammirare le antica fondamenta della Chiesa ferita e devastata. Le pietre angolari poggiate sul terreno. Da centinai di anni. L’unica cosa bella in quella devastazione.


Mi aveva scritto Fausto, facendo riferimento al titolo del mio libro (Dalla sacrestia a Gerico): "Le sacrestie le abbiamo lasciate, tanto sono crollate, ci rimane la speranza di puntare diritto su Gerico".
Sì. Anche tra le macerie e le ferite c’è una Chiesa viva, che attende di essere abitata in tutta la sua bellezza. Basta scendere un po’. Tornare al principio e al fondamento. Dimenticare le strutture che non sempre reggono al capriccio della natura e all’imprevedibilità del tempo. E fissare lo sguardo al cuore. E alla vita delle persone. Troverai una Vita inattesa, la Parola che guarisce ogni ferita, lo Spirito che tra le macerie fa sorgere il popolo nuovo. Oggi, non domani. 

sabato 14 luglio 2012

CINGUETTATELO sui tetti: La bella notizia di Gesù e la risposta nella fede

Mc1,14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio,
GALILEA, terra promiscua, banale, irreligiosa, di frontiera. Gesù comincia da lì: LA MIA VITA vuota, insignificante, sporca, precaria
Mc 1,15 e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
C’è una BELLA NOTIZIA: la mia vita può essere diversa, piena, felice, intensa. QUANDO? Ora. DOVE? Qui. Una direzione NUOVA, da oggi.
Mc1,16 Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
Simone e Andrea, chiamati nella loro quotidiana ordinarietà. Raggiunti là, mentre cercavano la vita. Non sono i migliori, ma gli AMATI! 
Mc 1,17 Gesù disse loro: "Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini".
Cos’è essere cristiani? “Venite dietro a me”. Non obbedire a un comandamento, ma seguire una Persona che interpella la mia sete di Vita
Mc 1,18 E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Vale la pena lasciare tutto ciò che penso sia necessario alla mia tranquillità, per seguire Colui che è la mia felicità e la mia pienezza
Mc 1,19 Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti.
Giacomo e Giovanni sono soddisfatti economicamente e affettivamente. Hanno pescato. Apparentemente. Ma Gesù li invita ad andare OLTRE
Mc 1,20 E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
La chiamata è come una luce improvvisa. A una pienezza che sta OLTRE la comodità e la banalità dell’esistenza, vale la pena dire di sì subito

mercoledì 11 luglio 2012

CINGUETTATELO sui tetti: Finalmente liberi

Mc 1,12 E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto
Il deserto è luogo di essenzialità-ambiguità. Solitudine-incontro con Dio. Vita-morte. Passaggio obbligato x la salvezza. Bellezza-paura
Mc 1,13 e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Gesù condivide con me la libertà; è tentato ma non cede al possesso, al potere, all’idolatria. Mi raggiunge nel mio peccato e nei miei dubbi 

In Gesù Dio non rimane fuori dal dramma della mia libertà, ma ne accetta fino in fondo la sfida. E non sono solo nello scegliere la strada

domenica 8 luglio 2012

8 luglio 1972 - 2012

E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
che non sono più quei fantastici giorni all'asilo
di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo...
E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,
che il mondo là fuori t'aspetta e tu quasi ti arrendi
capendo che a battito a battito è l'età che s'invola...
E tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano,
non racconta più favole e ormai non ti prende per mano,
sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realtà e sperare
e sospesi fra voglie alternate di andare e restare...
E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa
in cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina,
in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
di cose incredibili e di caffellatte in cucina...
E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
persi in mezzo ai tuoi libri e regali che neanche ricordi,
sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi...
E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa più distratto,
non inventa più giochi e con te sta perdendo il contatto...
E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,
ma può darsi non riesca a sapere che sogni gestire...
Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto chiaro,
capirai che altra gente si è fatta le stesse domande,
che non c'è solo il dolce ad attenderti, ma molto d'amaro
e non è senza un prezzo salato diventare grande...
I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,
lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
come oggetti di bimba, lontani ed impolverati,
troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici...
Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po' folle, un po' saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,
la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,
la paura e il coraggio di dire: " io ho sempre tentato"


(Francesco Guccini, E un giorno, da Stagioni, 2000)

mercoledì 4 luglio 2012

CINGUETTATELO sui tetti: non siamo più soli nelle scelte

Mc 1,12 E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto
Il deserto è luogo di essenzialità-ambiguità. Solitudine-incontro con Dio. Vita-morte. Passaggio obbligato x la salvezza. Bellezza-paura
Mc 1,13 e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Gesù condivide con me la libertà; è tentato ma non cede al possesso, al potere, all’idolatria. Mi raggiunge nel mio peccato e nei miei dubbi

In Gesù Dio non rimane fuori dal dramma della mia libertà, ma ne accetta fino in fondo la sfida. E non sono solo nello scegliere la strada

domenica 1 luglio 2012

L'emorragia

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi mi ha toccato?"». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male» (Mc 5,25-34)
Quando accadono eventi oppure si stanno per compiere alcuni passaggi di vita, capita che si guardi agli anni trascorsi. Dodici anni di emorragie per quella donna "impura", cioè intoccabile. Raccolta tra la disperazione di ogni cura fallita e il desiderio di toccare il Signore, almeno un lembo estremo del suo mantello. In mezzo a una folla che guarda, ascolta, spinge, giudica, classifica, mormora, e a sua volta cerca salvezza e guarigione. 
E allora inevitabile pensare alla dispersione del sangue, cioè della vita. Del tempo che scorre, delle occasioni non afferrate, delle relazioni concluse. 
La dispersione continua di energie, risorse, pensieri, progetti, volontà, decisioni. Mentre il cuore sembra non cambiare mai. Gli obiettivi continuamente all'orizzonte. Le cadute, sempre.
Ma anche l'inutilità di tanto affanno e tanta agitazione. Nel senso che si vorrebbe essere ovunque, vivere di più, abbracciare tutti, trovare sempre le parole, indicare soluzioni, risolvere questioni.
E invece non si riesce in tutto. Non si arriva ovunque e si trascura sempre qualcuno.
Allora mi aggrappo anche io a quel lembo di veste, per fede o come ultima possibilità. Incurante della folla, delle buone maniere, della mia indegnità.
E sempre sentirmi cercato dal suo sguardo che mi ripete: "Vai in pace e sii guarito dal tuo male!"